Avete scelto: il sentiero verso l’ignoto


Nessuno ha voglia di tornare indietro e si decide all’unanimità di procedere. Salendo incrociamo alcuni tagliaboschi che ci confermano che da qui si può salire al Monte Senario, ma senza troppa convinzione. Il sentiero finisce, incontriamo di nuovo l’asfalto. Aggrappandoci a una vaga indicazione di un biker, ci infiliamo in un sentiero sporco, pieno di rovi e poco battuto. Ci vuole fede e un po’ d’incoscienza per procedere ancora sperando di arrivare davvero a destinazione. Tra le cose più assurde in cui ci imbattiamo, un sasso che indica una misteriosa “Cava Gay”.  E poi, quasi fosse spuntato dal sottobosco come un fungo, appare un cartello: Monte Senario, 40 minuti.

Sono tra i 40 minuti più duri del viaggio: una salita difficoltosa, ripidissima, sporca, e piena di sassi resi scivolosi dall'umidità. E oltre al peso dei nostri zaini c’è quello dello sconforto. Arrivati in cima allo strappo, accadono due piccoli grandi miracoli: ci appare l’indicazione del sentiero Bologna-Firenze e, quasi contemporaneamente, sbucano come elfi i nostri tre amici – cartina tra le mani e facce distese - che procedono sereni verso la meta. È fatta, siamo di nuovo sulla retta via e in fondo dobbiamo aver perso al massimo un’ora.  Con le forze di un nuovo entusiasmo arriviamo fino al Santuario che domina la vetta del monte e ci concediamo un po’ di riposo.

Da qui in poi scendiamo verso Fiesole insieme ai nostri amici, sebbene il gruppo sia piuttosto sfilacciato e come sempre ognuno tenda a procedere con il proprio passo. Dopo diversi chilometri d’asfalto, arriviamo a una collina: da qui si distingue chiaramente Firenze.